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Namangèd Pàncùtt
Di papagnol (del 29/10/2008 @ 14:45:48, in Saggezza Barlettana, linkato 2391 volte)

Le ricette dello Chef Papagnolo

Non si tratta di una parola arabeggiante, Namangèd Pancùtt, ma semplicemente la trascrittura di una nota espressione locale barlettana che invita il nostro interlocutore a fare più esperienza nel settore in cui ormai si crede essere arrivato.

A questa persona spesso si suol dire: Ehhh, n'ha mangè d' pàn cùtt! (trad: Eh, ne hai ancora da mangiare di pane cotto... appunto, DEVI FARNE ANCORA DI STRADA CARO MIO!!!)

Ma ci siamo mai chiesti in realtà che cos'è questo PANE COTTO? Ma soprattutto quanti di noi si ricordano che le nostre nonne ci hanno cresciuto proprio a PANE COTTO invece che a CremaDiCereali, Omogeneizzati, e Vitamine XYZalquadrato... e il Fluoro.... e il Ferro... (qui parla Papagnolo il papà)
Ma soprasoprattutto, quanti di noi saprebbero oggi preparare sto cacchio di PANE COTTO???

Ebbene, lo chef Papagnolo si è documentato ed ha tirato fuori per voi la ricetta delle ricette, con cui potrete stupire i vostri ospiti e raccontare loro la storia del PANE COTTO (U Ppàn Cùtt)

Dopo un summit che ha coinvolto 3 grandi nomi della cucina internazionale (Mammìn, Nannòr maji e Franco Ricatti del BACCO).. la ricetta del PANE COTTO versione GOURMET è pronta per voi.

Un pò di storia:
Pàne cùtt (pane cotto), è in assoluto il piatto più povero della cucina tradizionale nostrana. Quando il pane diventava immangiabile, lo si metteva in una teglia tagliato a pezzetti, si copriva di acqua e si condiva con olio (poco), sale e qualche foglia di alloro. Si lasciava cuocere a fuoco moderato e, quando il pane si condensava, veniva versato nei piatti e mangiato, nei casi più fortunati, con un po’ di formaggio.
Il “pane cotto” può essere considerato uno dei cibi emblematici dell’alimentazione del passato, un’alimentazione al limite della sopravvivenza e che per questo affidava ad ogni pietanza un ruolo insostituibile. Il pane cotto, ad esempio, pur nella sua elementarità, era un cibo speciale: fermava l’appetito, quando la dispensa era vuota, oppure diventava la cena nelle fredde sere d’inverno. È un piatto che più di altri fa ricordare quanto la fame sia stata onnipresente nella vita della nostra gente.
Cibo povero per antonomasia, dimostra tuttavia la sua ricchezza sotto il palato e se vi capiterà la fortuna di trovarlo in qualche ristorante non lasciatevelo sfuggire!

INGREDIENTI (diciamo per 4 persone):
Pane Raffermo (u PPàn Tùst, u cchiù Tust) - 8 fette
Patate - 500gr (le patane margherita, bellabuonaesaporita)
Rucola ('a ròuch)
Olio (l'ùgghji nùst, 1dl)), aglio (uno spicchio), 1 peperoncino intero (varietà diavilicchio)
PREPARAZIONE:
Semplicissimo: Tagliare le patate (sbucciate) a fette e mettetele in una pentola con l'acqua fredda e appicciate il fuoco. Portare a ebollizione l'acqua e da quel punto lasciate cuocere le patate per circa 10 minuti, salando l'acqua.
Intanto in un pentolino scaldate l'olio con lo spicchio d'aglio intero e il peperoncino. Lasciare sfrigolare un istante e poi spegnete la fiamma.
Tenete da parte quest'olio lasciando l'aglio e il peperoncino a bagno... così ha più amore!
Dopo 10 minuti, verificate che le patate siano già abbastanza morbide e a quel punto CALATE LA RUCA (precedentemente lavata e pulizzata) e dopo altri 5 minuti le vostre fette o pezzi di PANE TOSTO.
Lasciate ammorbidire bene bene il pane (roba di pochissimi secondi) e quindi SCOLATE TUTTO (Pane, Patate, Rucole) prendendole dalla pentola RIGOROSAMENTE con la SCHIUMAROLA.
Versate in un piatto fondo quello che avete prelevato dalla pentola (scolato per perdere l'acqua in eccesso). Quindi in un piatto avrete un mischiamischia del composto che andrete a condire con OLIO AROMATIZZATO all'aglio e peperoncino..... a sfazione!!
E ORA NON SAPETE (anzi non SANNO GLI ALTRI) QUELLO CHE VI MANGIATE

E così abbiamo un altro modo per consumare il PANE TOSTO!
Alla prossima

P.S. questa ricetta (salvo i termini nostrani) è stata presa da un libro di cucina serio, su cui appaiono le ricette del ristorante BACCO che oggi è a BARI.
ORIGGINALE

Papagnolo

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