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65 anni fà era il 12 Settembre 1943
Di papagnol (del 12/09/2008 @ 08:28:11, in Barletta nel Cuore, linkato 1770 volte)

NON DIMENTICARE MAI (post lungo e bello)

Il 12 Settembre 1943 è una data tristemente storica per la città di Barletta.
Quel giorno, a seguito di una rappresaglia dei tedeschi che allora occupavano la nostra città, 4 giorni dopo l'armistizio con gli angloamericani, nel luogo che oggi porta il triste nome di PIAZZA CADUTI, 13 uomini (netturbini e vigili urbani) furono ferocemente fucilati dai tedeschi per una schifosa vendetta nei confronti della nostra città....

La storia ci racconta anche di un sopravvissuto (FRANCESCO FALCONETTI), che si finse morto sotto i corpi dei suoi fratelli uccisi...


IL FATTO:
12 settembre. I tedeschi, vista l’accanita resistenza degli italiani, decidono un’azione di forza. Alle sette sbucano dal mare a volo radente, i "caccia" nemici. Sanno dove sono sistemate le batterie contraeree italiane e le colpiscono inesorabilmente. E’ un attacco a sorpresa. In pochi minuti gli aerei tedeschi distruggono la gran parte delle artiglierie del porto, del Castello, delle Casermette. Viene resa inutilizzabile anche la famosa 132 che il giorno prima aveva loro sbarrato la strada sulla via del Camposanto. Vengono colpite abitazioni, chiese ed altri obiettivi civili. Barletta resta praticamente indifesa. Alle 8 non c’è persona viva per le strade. Il silenzio è profondo, assoluto. Lo rompe soltanto, di tanto in tanto, il fragore dello scoppio di una bomba e il grido di chi ne è colpito.

Mezz’ora dopo carri armati e automezzi blindati entrano in una città che ormai non fa più resistenza. L’ultimo ostacolo che hanno dovuto superare è stato sull’Ofanto, dove una batteria italiana li ha costretti ad un duro combattimento. Ma sono superiori di numero e di mezzi e vincono lo scontro. Ci si accorge subito che i tedeschi sono cambiati, che la lotta del giorno prima e, soprattutto, l’uccisione degli ufficiali in piazza Roma li ha scatenati. Sono assetati di vendetta, decisi persino al saccheggio. E’ la prima volta che gli italiani li vedono così, ma non sarà l’ultima. Saccheggi, vendette, rappresaglie, terrore, in molte zone d’Italia incominceranno adesso e dureranno venti mesi.

Mentre la guarnigione si arrende (il colonnello Grasso e gli ufficiali saranno deportati in Germania), una colonna di tedeschi raggiunge piazza Roma. Sparano raffiche di mitra contro le persiane e le porte delle case, se hanno l’impressione che dietro ci sia qualcuno. Alcuni civili sono uccisi. In piazza Roma, dove il giorno prima c’era stato lo scontro con gli ufficiali, non trovano nessuno; allora si dirigono verso piazza Monumento, poche decine di metri più in là. Qui sull’angolo di via De Nittis con via Cappuccini, che sbuca nella piazza, c’è un piccolo ufficio al pianterreno di una vecchia casa. Due stanzette che fungono da comando dei vigili urbani.

In servizio, quella mattina, ne sono presenti dodici, compreso il maresciallo Capuano che li comanda. Con loro ci sono pure due netturbini rifugiatisi nell’ufficio quando sono scoppiati i bombardamenti. Gli altri vigili, con qualche scusa, sono rimasti a casa. Hanno fiutato il pericolo. I loro colleghi più scrupolosi pagheranno con la vita il loro senso del dovere. Alle 9 i carri armati tedeschi sbucano in piazza Monumento. I vigili nascondono le pistole. Quando una pattuglia nemica entra nell’ufficio li trova inermi e disarmati. Non c’è alcun motivo per accanirsi si di loro, ma i tedeschi hanno deciso. Vogliono vendicarsi della morte dei loro ufficiali e della resistenza incontrata il giorno prima. Li costringono ad alzarsi e a strattoni li fanno uscire sulla piazza. Vengono messi contro il muro dell’edificio che ospita la direzione delle Poste. Nell’ordine da sinistra ci sono i vigili Antonio Falconetti, Pasquale Del Re, Luigi Gallo, Vincenzo Paolillo, Gioacchino Torre (assunto quaranta giorni prima), gli spazzini Luigi Jurillo e Nicola Cassatella e poi ancora i vigili Pasquale Guaglione, Michele Spera, Francesco Gazia, Sabino Monteverde, Michele Forte e Francesco Falconetti. Il maresciallo lo lasciano andare.

Un tragico bilancio
Arriva un fotografo. La scena viene ripresa alcune volte, con tanta insistenza che i tredici, prima terrorizzati, incominciano a rassicurarsi. Pensano, forse, ad una montatura dei tedeschi per farli passare come dei prigionieri militari. Poi, all’improvviso, un ufficiale da ordine alle mitragliatrici, piazzate sul marciapiede opposto, di sparare. Le prime raffiche esplodono tra urla di dolore e di terrore. Uno dei vigili riesce a scappare, svolta l’angolo di via Cappuccini, ma qui viene inchiodato da alcuni colpi sparati con il mitra da un soldato. Michele Spera, seppur colpito alle gambe, attraversa con un balzo la strada e si butta contro gli aguzzini. Lo troveranno, tutto perforato di colpi, sdraiato su una delle mitragliatrici.

I tedeschi soddisfatti della strage se ne vanno subito, lasciando i cadaveri come sono caduti, "per dare un esempio". Così salvano la vita a Francesco Falconetti, il quale , colpito alle gambe, era crollato a terra tra i primi. I suoi compagni gli sono piombati addosso, coprendolo. Un po’ svenuto e un po’ cosciente, il povero vigile resterà, ferito, per quasi quattro ore sotto quel cumulo di cadaveri. Solo quando le mogli dei morti arriveranno, urlando e piangendo, con dei carretti per portarsi via i corpi dei mariti, il sopravvissuto potrà essere liberato e portato all’ospedale (è morto qualche anno fa, stroncato dalla malattia al cuore contratta quel giorno). I tedeschi restano a Barletta fino al 24 settembre, quando la città viene occupata dai soldati inglesi, canadesi e neozelandesi, preceduti da una motocicletta con due militari italiani.

ALCUNI DOCUMENTI:
CONFERIMENTO MEDAGLIA D'ORO ALLA CITTA DI BARLETTA (7 luglio 2003)
Sito RESISTENZA a BARLETTA
Video: La battaglia di BARLETTA

 

DOWNLOADS:
LIBRO:
8 settembre 1943: L'armistizio di Barletta (quello che non è stato detto, PDF)
LIBRO:
La resistenza di un soldato da Barletta allo Stalag 367 (diario del colonnello Grasso, PDF)
Testi:
Cheda dei d S'ttèmbr, poesia in dialetto inviata a Papagnol.com da FRANCESCO
Canzoni:
12 Settembre 1943, di Gino Pastore (PLAY)

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# 1
questo post odierno (doppio vista la splendida poesia inserita dal nostro Francisk) è un messaggio ai ragazzi, perchè davvero non dimentichino quello che le ns generazioni precedenti hanno dovuto sopportare per lasciarci un paese "tranquillo" e in pace come quello in cui viviamo oggi.
E ricordare anche che nel 2002, quel palazzo e quel muro pieno di fori di proiettile, ha rischiato di essere "restaurato" per ospitare una SALA BINGO.
NON DIMENTICARE, e pace all'anima di quei 12 eroi.
Di  papagnolo  (inviato il 12/09/2008 @ 09:20:18)
# 2
Non mi ero accorto del tuo post, ho cancellato il mio, se vuoi puoi inserire la mia poesia.(ti mando la mail con il testo)
Ciao
Francisk
Di  francisk  (inviato il 12/09/2008 @ 09:32:00)
# 3
Come non detto, ho visto che il mio post è in coda la tuo: TUTTAPPOST !

Cià Papagnò
Di  Anonimo  (inviato il 12/09/2008 @ 09:48:35)
# 4
so di essere impopolare.. ma io non ci vedo niente di male a fare una Sal Bingo, o un Casino o una qualsiasi altra attivita' commerciale al palazzo delle Poste.
il Bingo non e' un'offesa alla memoria.. non meno delle bottiglie di birra e della desolazione che ora quel palazzo vive.
giocare non vuol dire dimenticare o dissacrare..
certo se fosse possibile dedicare quel luogo a qualche iniziativa sociale (tipo un museo della memoria.. che va tanto di moda) sarebbe meglio.. molto meglio
Di  Luigi u Frangias  (inviato il 12/09/2008 @ 10:22:55)
# 5
si Luigi, in effetti hai ragione.
In effetti non volevo dire NO alla sala Bingo, ma al pericolo (all'epoca) che l'edificio subisse una ristrutturazione che cancellasse quelle tracce (ed era un pericolo reale visto che si parlava di vendita...)
Ovvio, meglio una sala bingo che il nulla come ora
Di  papagnolo  (inviato il 12/09/2008 @ 11:23:28)
# 6
Ho aggiustato io, mba Francì!, che non mettevo in linea la tua poesia?
Ziamè!!
Di  papagnolo  (inviato il 12/09/2008 @ 11:24:26)
# 7
NO!!! ristruttrare ed eliminare i segni tangibili dell'evento no.
concordiamo al 1000%.. e sinceramente nn sapevo nemmeno della possibilita' che questo scempio avvenisse
Di  Luigi u Frangias  (inviato il 12/09/2008 @ 11:29:07)
# 8
Grazie per questo momento, ruggiero. Dovremmo non dare mai per scontati quei buchi nel vecchio edificio delle poste. Noi siamo stati sempre dominati, anche oggi: dall'ignoranza.
Di  mariella dibenedetto  (inviato il 12/09/2008 @ 16:17:13)
# 9
Guardando il filmato (11 minuti di grande intensità), riflettevo su alcuni aspetti di pura crudeltà che solo una guerra può generare..
Quel giorno i tedeschi furono "gratuitamente" spietati e crudeli con quei 13 innocenti..
Le cose che mi fanno più ribrezzo sono:
- La cieca ferocia (presero loro 13 perchè erano in quella stanza, in servizio ed erano vigili e netturbini)
- La sadica pratica di farsi seguire da fotografo e cineoperatore per riprendere il tutto
- Lo sprezzo di aver lasciato i corpi lì, così come erano caduti, per il solo gusto di mostrarli alla città affinchè il gesto "servisse da lezione"

Razionalmente è allucinante..faccio immensa fatica a pensare che si può arrivare a tanta cattiveria.
Facile quando si è in tanti armati contro 13 poveri indifesi.
13 eroi, 13, un numero che a Barletta ricorda sempre EROI.
Di  Papagnol SERIO  (inviato il 12/09/2008 @ 18:20:18)
# 10
nel filmato a un certo punto si vede anche l'orologio di San Giacomo perforato dalle bombe (con l'orologio sventrato)..
... così, a sfregio!
Di  papagnolo  (inviato il 12/09/2008 @ 18:22:23)
# 11
... e poi i cittadini manco si indignano quando un ministro ad una commemorazione ufficiale sostiene che chi stava a fianco dei tedeschi è uguale a chi li ha combattuti! E fanno a gara ad accogliere con tutti gli onori un discendente dei savoia.
Noi però non dimenticheremo. E ci impegniamo a non far dimenticare.
Di  nicola  (inviato il 13/09/2008 @ 03:23:25)
# 12
Pensa che io abito in Via Martiri 12 Settembre!!
Post molto profondo e istruttivo che serve a ricordare a noi e ai posteri quanto sangue, sudore e onore son serviti per conquistare la libertà. Oggi non apprezziamo appieno tutto ciò, pensiamo sia normale e dovuto, ma non è, e non è stato così. Purtroppo la storia si ripete e ogni giorno viene rievocata, il fine?? I soldi. Non ci sono valori che tengono davanti al "biglietto verde". Cruda constatazione ma è la realtà!!
Di  ilDivanetto  (inviato il 13/09/2008 @ 10:34:44)
# 13
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